In data odierna, le Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, FNC-UGL,SNATER, LIBERSIND-CONFSAL, hanno deciso di aprire le procedure di raffreddamento per il personale di tutto il Gruppo RAI, in relazione allo scenario preoccupante sul futuro dell’Azienda e del Servizio Pubblico Radiotelevisivo del nostro Paese.
Dopo quasi due anni dalla nomina degli attuali vertici, infatti, poco o nulla si è fatto per dare risposta ai problemi e alle criticità che rischiano di strangolare la RAI.
In questo contesto anche i Responsabili delle Risorse Umane non sono stati in grado di affrontare le problematiche a loro afferenti, con il paradosso di giungere ad appaltare all’esterno la stessa valutazione del personale.
Qui di seguito le motivazioni per cui sono state aperte le procedure di raffreddamento:
incertezza sul Piano Industriale, Piano Immobiliare e tenuta finanziaria del Gruppo Rai;
futuro assetto industriale di Rai Way;
utilizzo ingiustificato degli appalti e delle risorse esterne e mancata valorizzazione di quelle interne come previsto dal Contratto di Servizio;
assenza delle risorse economiche necessarie per il rinnovo del CCL;
mission dei Centri di Produzione e delle Sedi Regionali;
carenza di organico e mancato aggiornamento tecnologico;
mancata conciliazione Vita Lavoro in Produzione TV, Radio e Sedi Regionali;
mancato ampliamento del “Lavoro Agile” in Produzione e miglioramento degli accordi sottoscritti in tema di “Lavoro Agile”;
mancato confronto sul Piano di razionalizzazione del Servizio Mensa e del graduale riconoscimento dei Buoni Pasto a tutti i Lavoratori.
Un grido di allarme diretto ai vertici aziendali che deve suonare forte all’esterno anche ai livelli politici di questo Paese, quelli che paventano di togliere il canone in bolletta dal prossimo anno, senza dire come si finanzierà in alternativa la RAI, oppure quelli che perdono un numero esagerato di mesi per decidere chi farà il Presidente della Commissione di Vigilanza RAI, senza peraltro lavorare sul Contratto di Servizio.
Siamo ad una strettoia sul futuro della RAI in cui i problemi endemici dell’Azienda si sommano a quelli esterni causati da una politica e da un sottobosco più intento a occupare la RAI invece che dettare le regole per renderla governabile.
Il Sindacato, per senso di responsabilità, si è trovato costretto a svolgere un ruolo di supplenza, si sta sostituendo nei fatti all’Azienda per assicurare un futuro alla RAI, mentre i vertici aziendali sembrano più attenti ai pareggi formali di bilancio, che alla crescita preoccupante dell’indebitamento.
Per queste ragioni, invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo RAI a prepararsi ad una grande mobilitazione che, partendo da ogni singola rivendicazione, dovrà trovare la sua sintesi nel bisogno comune di dare un futuro alla RAI. Sempre per lo stesso senso di responsabilità, nonostante la decisione di aprire le procedure di raffreddamento, le OO.SS. hanno deciso di firmare una proroga di sei mesi dell’attuale accordo di “Lavoro Agile”, che riguarderà le lavoratrici e i lavoratori che già ne usufruiscono.
Una scelta che non cambia il giudizio fortemente negativo su questo immobilismo aziendale durato più di un anno, che ha impedito l’ampliamento del “Lavoro Agile” alle figure di produzione compatibili, e la possibile riduzione sperimentale dell’orario di lavoro per quelle non compatibili, nonché l’introduzione di misure di conciliazione Vita Lavoro.
Siamo certi che questa chiamata alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori da noi rappresentati, non potrà lasciare indifferenti Usigrai e Adrai che invitiamo ad un percorso comune a difesa della più grande Azienda Culturale del Paese.