Nei giorni scorsi si è concluso il confronto con ZTE Italia relativamente al rinnovo dell’accordo di smart working, con una proposta aziendale ultimativa ritenuta totalmente insoddisfacente da parte delle Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e dalle rappresentanze sindacali unitarie. Zte Italia, che aveva avviato la sperimentazione su questa modalità organizzativa ben prima dell’emergenza sanitaria derivata dalla diffusione del Covid19, aveva sottoscritto con le organizzazioni sindacali un accordo che prevedeva una giornata di smart working a settimana. A partire da febbraio 2020, ben prima che venisse determinata dal governo la remotizzazione di emergenza, azienda e sindacato avevano condiviso l’opportunità di una estensione totale dell’accordo, avviando il full remote per tutte le lavoratrici ed i lavoratori. In prossimità del termine dell’emergenza sanitaria, le parti hanno sottoscritto un accordo molto innovativo, per tutto il 2023, senza la determinazione di giornate minime o massime di presenza in sede. Un accordo sindacale, tra i più avanzati sul tema non solo nel settore ma in tutto il paese, che ha trovato soddisfazione sia tra i lavoratori che hanno ottimizzato la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sia per l’azienda che ha, in ogni occasione, ribadito il raggiungimento degli obiettivi ed un aumento della produttività. Nel confronto per il rinnovo dell’accordo, tenuto conto dei risultati ottenuti nel corso di circa 4 anni di smart working totale o molto spinto, e della reciproca soddisfazione delle parti, ci si aspettava una conferma piena dell’accordo, o al massimo qualche modifica fisiologica. Invece, il confronto si è inasprito innanzi ad una azienda che, per una esclusiva questione “culturale”, ha deciso di ritornare al pre-pandemia, con un giorno di smart working a settimana. Il pessimo approccio “prendere o lasciare”, insieme ad una proposta retrograda e decisamente non in linea con i tempi, è stato rispedito al mittente da parte delle organizzazioni sindacali e, tenuto conto dell’esito assembleare e del chiaro mandato per la proclamazione dello sciopero, anche dalle lavoratrici e dai lavoratori di Zte Italia. Il prossimo venerdì 15 dicembre le lavoratrici ed i lavoratori di Zte Italia, per 2 ore a fine turno, saranno in sciopero per manifestare tutta l’insoddisfazione derivante da una proposta sullo smart working non coerente con le sperimentazioni fatte nel corso degli ultimi 4 anni. Produttività incrementata, risultati raggiunti, obiettivi traguardati, soddisfazione dei dipendenti, evidentemente non valgono per ZTE quanto l’approccio culturale della proprietà, oltremodo miope ed antiquato.
UILCOM NEWS N. 38/2024
📣È online il XXXVIII numero di UILCOM NEWS a cura della segreteria nazionale 3️⃣8️⃣-2️⃣0️⃣2️⃣4️⃣...