Ieri, 4 marzo, si è svolto l’incontro tra Concentrix rappresentata da Carmen Amato, le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e le RSU dei siti produttivi di Lecce e Cagliari per proseguire il confronto su lavoro agile, stabilizzazioni e regolamentazione dei sistemi. L’incontro si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto, a causa della chiara ed evidente volontà aziendale di tentare di destrutturare tutta la contrattazione aziendale presente in azienda. La annunciata fusione tra Webhelp e Concentrix, rappresentava per il sindacato l’opportunità di vedere due importanti multinazionali, unite nella creazione di una delle più grandi aziende del settore in Italia. L’auspicio, e le dichiarazioni del nuovo management, fin dai primi confronti era quello di proseguire sul proficuo percorso di relazioni industriali presenti in Concentrix, che hanno visto sottoscrivere importanti accordi e sviluppare buone pratiche di contrattazione, da esportare successivamente, a seguito della fusione, anche in Webhelp. Man mano che la trattativa è entrata nel vivo, però, è emerso un atteggiamento totalmente in controtendenza rispetto alle dichiarazioni iniziali. Dalla individuazione di quali lavoratori licenziare per uso eccessivo della malattia, all’utilizzo del lavoro agile quale strumento di “premialità” totalmente in gestione all’azienda, il quadro emerso è stato sempre più desolante, di riunione in riunione. Concentrix occupa circa mille lavoratrici e lavoratori, nelle sedi di Cagliari e Lecce, ed opera per importantissime committenti internazionali tra cui Amazon e Fastweb. Da una multinazionale che opera in appalto per attività di customer care per Player internazionali di livello mondiale, ci si aspetta un approccio nei confronti dei lavoratori di ben altro genere. La Concentrix conosciuta fino a prima della fusione con Webhelp, provava ad incarnare questo spirito auspicato. Le notizie che giungevano lato Webhelp, di persone trasferite da Pescara a Monza e viceversa, per indurle al licenziamento, di inquadramenti al di sotto di quanto previsto dal contratto, di atteggiamenti antisindacale nei confronti della costituenda rappresentanza sindacale, hanno gradualmente trovato conferma con il passare del tempo, nella trattativa finalizzata al rinnovo degli accordi in essere su Concentrix. Se il nuovo management pensa di poter ritornare indietro sul salario ed i diritti dei lavoratori di Cagliari e di Lecce, ha fatto male i conti. Anzi la mobilitazione che il sindacato confederale metterà in campo, si estenderà anche alle sedi di Pescara e Monza di Webhelp, per estendere diritti e salari delle lavoratrici e dei lavoratori di tutta la costituenda Concentrix-Webhelp in Italia. Il tentativo dell’azienda è chiaramente quello di smantellare la contrattazione in essere, che garantiva accesso equo, paritario e regolamentato allo smart working, sostituendolo con una sorta di “accordo individuale” di massa, in cui a decidere quando, come e se fare lavoro agile, spetta alle decisioni umorali della parte operativa aziendale. Questo impianto è, chiaramente, fuori dalle esperienze positive di contrattazione svolte nel settore delle Telecomunicazioni in Italia in materia di lavoro agile. Il modello dell’organizzazione del lavoro ibrido regolamentato finora, ha trovato il giusto equilibrio tra le esigenze tecnico organizzative aziendali ed il miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle persone. La volontà aziendale, manifestata nel corso dei vari confronti sindacali, è quello di trasformare lo smart working in uno strumento premiante o punitivo. Senza alcuna programmazione, senza alcun preavviso, l’azienda vorrebbe avere carta bianca nel decidere a chi e quanto smart working far fare, in funzione di simpatie o antipatie. Questo impianto rappresentato da Concentrix/Webhelp dimostra che, seppur il nome è rimasto quello di una grande multinazionale, la gestione è diventata quella di una piccola bottega di periferia. Al fine di contrastare questo approccio relazionale, le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, proclamano da subito lo stato di agitazione. Nei prossimi giorni saranno svolte assemblee sui siti produttivi di Cagliari e Lecce per decidere assieme ai lavoratori quali iniziative di protesta mettere in campo, dalle tradizionali iniziative di sciopero alle denunce alle committenze, fino all’estensione della protesta a livello internazionale attraverso il coinvolgimento della corporate.