È una fase particolarmente delicata quella che sta attraversando l’azienda, una fase in cui si è recentemente assistito anche all’uscita di scena da parte dell’AD, una fase in cui le certezze di qualcuno, sicuramente non della UILCOM, rispetto alla solidità di un’operazione che ha visto la vendita della rete a fondi esteri di investimento, stanno fortemente vacillando.
Non interessa di certo ricordare qui quanto la UILCOM si oppose a tale percorso.
Piuttosto interessa provare a fare chiarezza immediata sulle previsioni dell’accordo sottoscritto nel mese di settembre da tutte le organizzazioni sindacali, (quell’accordo che avrebbe dovuto consentire senza preclusione alcuna, se non quelle strettamente dettate dall’organizzazione del lavoro, l’uscita anticipata dall’azienda a partire dalla fine di febbraio), e su cosa stia realmente succedendo?
Le Lavoratrici ed i Lavoratori sono ancora oggi in balia degli eventi, non hanno alcuna certezza che, pur avendo ricevuto la certificazione del possesso dei requisiti, verranno effettivamente contattati dall’azienda per uscire in isopensione.
All’azienda chiediamo di dare immediata risposta alle persone interessate, superando quell’incertezza derivante dalle deduzioni dei più, e dalle solite voci stonate che, approfittando dei silenzi e delle non risposte da parte dei riferimenti aziendali preposti, stanno alimentando le preoccupazioni delle tante persone coinvolte.
Se, rispetto alla situazione definita in fase di sottoscrizione dell’accordo, siano intervenute condizioni esogene altamente impattanti tali da modificare i previsti piani, è giusto che tutti ne abbiano contezza e che si esca da questa situazione di indeterminatezza che sta generando solamente ansia.
Auspichiamo che almeno rispetto a percorsi di uscita definiti, nello specifico a persone cui l’azienda aveva già confermato l’accesso all’isopensione, non vi siano ripensamenti.
Riteniamo inaccettabile che si possa tornare indietro anche rispetto a tali situazioni, come riteniamo insopportabile scaricare sulle persone le inefficienze di un servizio previdenziale che ha funzionato a velocità diverse in base alla regione di riferimento.
Che l’azienda dia risposte certe, eviti per quanto nelle sue facoltà quelle disuguaglianze territoriali generate per i motivi di cui sopra, e che si ripercuoteranno anche sull’accesso all’isopensione da parte di specifiche figure professionali
