Almaviva Contact vertenza. Incontro presso il Ministero del lavoro. Comunicato 19.07.23

Uilcom Uil, Slc Cgil, Fistel Cisl, Ugl Telecomunicazioni: “tra disinteresse e superficialità delle istituzioni, mancato rispetto di leggi, contratti ed accordi dalle varie parti coinvolte, dal 1 di Agosto 666 lavoratori senza reddito e condannati all’espulsione dal mercato del lavoro. In data odierna si è svolto l’incontro presso il Ministero del Lavoro, alla presenza dei rappresentanti del MIMIT, tra l’azienda Almaviva Contact e le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Ugl Telecomunicazioni, le RSU dei siti produttivi di Palermo, Catania, Rende, Napoli, Roma, Milano al fine di traguardare l’accordo di cassa integrazione in deroga a tutela di 666, tra lavoratrici e lavoratori, rimasti in forza all’azienda. Le Segreterie nazionali, in premessa, hanno fortemente contestato la mancanza del rispetto degli impegni assunti dalle diverse parti coinvolte nella vertenza che, nei fatti, invece di agevolare la riduzione del bacino, non hanno fatto altro che complicare maggiormente la vertenza. Tra le condizioni contrattuali peggiorative, offerte alle lavoratrici ed ai lavoratori di Trenitalia e Gse da parte di Comdata, ed il mancato rispetto degli impegni assunti da GPI sulla commessa Vodafone, l’impossibilità di garantire la clausola sociale con AMEX, circa 150 addetti non hanno traguardato il passaggio presso le nuove aggiudicatarie degli appalti. A questo si aggiunga il totale disinteresse del Ministero della Salute che, dopo diversi proclami trionfalistici, ad oggi, non solo non ha presentato alcun percorso risolutivo ma, avviando il numero verde per l’emergenza caldo, ha ben pensato di non considerare le lavoratrici ed i lavoratori di Almaviva Contact che hanno garantito il servizio per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria Covid19. Innanzi a questo scenario, l’unica soluzione, a tutela dell’occupazione dei 666 dipendenti di Almaviva Contact, non poteva che essere, per come già precedentemente concordato e definito in sede ministeriale, la proroga dell’ammortizzatore sociale fino al 31 dicembre 2023. Invece, è accaduto l’inimmaginabile. L’accordo, che doveva essere un mero atto formale, tenuto conto degli incontri precedenti e del percorso condiviso presso le sedi ministeriali, non è stato sottoscritto in quanto il Ministero del Lavoro, al termine del confronto tra azienda e sindacato, si è reso conto dell’assenza di copertura economica per la cassa integrazione in deroga per il settore “call center”. 666 lavoratrici e lavoratori tra Sicilia, Calabria, Campania, Lazio e Lombardia dal 1 di agosto, confermata l’assenza di risorse in capo al Ministero, sarebbero privi di qualsiasi copertura economica!!! Un dramma sociale di inaudite proporzioni che non tarderà a manifestarsi in tutta la sua tragicità a partire dalle prossime ore. Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl telecomunicazioni chiederanno la convocazione urgente del tavolo di crisi presso il MIMIT, con la partecipazione del MEF, per chiedere a tutte le parti coinvolte nella vertenza il rispetto degli impegni assunti. Non è possibile che le diverse aziende coinvolte nei cambi di appalto non diano conto del mancato rispetto degli accordi sottoscritti e delle leggi dello Stato. È inaccettabile l’atteggiamento del Ministero della Salute sulla vicenda 1500. È sconvolgente quanto accaduto quest’oggi presso il Ministero del Lavoro. A sostegno delle rivendicazioni sindacali, per la tutela dell’occupazione dei 666 lavoratori coinvolti da questa vicenda imbarazzante per tutte le istituzioni, sarà richiesto il supporto ai capigruppo delle forze parlamentari nei due rami del parlamento.