Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil: Nel decreto ennesimo tentativo di affossare la clausola sociale!
L’imminente fine del Mercato Tutelato prevista per il prossimo 31 Marzo 2024 e che al momento non prevederebbe alcuna proroga, mette a rischio il futuro occupazionale di circa 1500 lavoratrici e lavoratori impegnati da tantissimi anni nel servizio di assistenza telefonica.
Negli ultimi anni la transizione dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia, ha visto una graduale riconversione di oltre 5mila addetti del settore customer care dal mercato tutelato al mercato libero, percorso che solamente grazie alla contrattazione tra le aziende di contact center operanti in regime di appalto e le strutture di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil è stato possibile realizzare senza alcuna perdita occupazionale, con l’ausilio della clausola sociale già legge dello Stato e baluardo del nostro CCNL delle Telecomunicazioni (art.53 Bis).
Questo percorso di naturale conversione e di graduale passaggio subirebbe una brusca interruzione ove non dovesse esserci una ulteriore proroga del mercato tutelato.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto più volte incontri ai Ministeri coinvolti, al fine di prevenire eventuali drammi sociali, causati da una transizione non accompagnata dagli opportuni strumenti a tutela del lavoro.
A questo eventuale impossibilità della proroga si sta aggiungendo un ulteriore elemento ancor più invasivo che vede l’eliminazione definitiva del cosiddetto “art.36 comma ter” al decreto legge del 4 maggio 2023, convertito in legge comma 85 del luglio 2023, che prevede comunque l’ applicazione
della clausola sociale in caso di cambio appalto.
Chiediamo a gran voce, che l’iter Ministeriale del Decreto non cancelli una norma atta ad ottenere la piena tutela occupazionale!!!!!
Quale Lobby sta chiedendo la realizzazione di questo sopruso e soprattutto quale logica politica prevale a scapito di una maggiore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti in tale percorso? Accade, da troppo tempo, che il Governo ha sempre priorità diverse rispetto alla difesa delle lavoratrici e dei lavoratori.
L’articolo 36-ter al decreto-legge 4 maggio 2023, è una norma di “dignità” ovvero l’inserimento del principio che “i lavoratori seguono il lavoro” nella realizzazione dei bandi per la assegnazione della gestione dei clienti che dal mercato tutelato transiteranno di qui a poco al mercato delle tutele graduali ed al mercato libero.
Chiediamo di scongiurare questo scempio, che porterebbe inesorabilmente verso la perdita di migliaia di posti di lavoro e della dignità delle persone che operano ogni giorno su questi servizi, anche a tutela dei cittadini che chiedono trasparenza in caso di cambio gestore.
Le Segreterie Nazionali ,Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, chiedono che l ‘articolo in merito continui ad operare e sono assolutamente contrari a qualsiasi modifica.
Ci auguriamo che il governo rifletta.