In questi giorni è ripresa l’attività sindacale dopo la pausa estiva, e l’approssimarsi dello sciopero del 23 settembre ha prodotto diversi comunicati e iniziative da parte di alcune organizzazioni. Al netto della libertà di ogni sigla di fare e dire quello che ritiene più corretto, crediamo che questo atteggiamento sia controproducente, quando non proprio deleterio, per il percorso condiviso dopo l’apertura delle procedure. Era chiaro a tutti che la vittoria del “No” avrebbe previsto un momento di confronto aperto, ma dare il via a questi incontri in maniera separata e in anticipo rispetto allo sciopero rischia di dare un’immagine di frammentazione del fronte sindacale. In un momento in cui, al contrario, la situazione avrebbe richiesto un’azione coordinata. Sarebbe stato molto più corretto e incoraggiante incontrare e discutere tutti presentando un sindacato unito e per una volta distante dalle convenienze di sigla; speranza che sfuma ogni giorno di più. L’idea di fondo del resto era questa: fare un contratto veloce che non prevedesse argomenti divisivi ma solo punti di caduta condivisi. È bene ribadire un concetto: nessuno è contrario a confrontarsi sulle istanze sorte nelle assemblee; le idee proposte sono sicuramente rispettabili ma, se raccolte singolarmente ed in ordine sparso, rischiano di instillare una gara al rialzo che non porterà da nessuna parte. Basti guardare al presidio indetto sotto Viale Mazzini da un’organizzazione con una serie di tematiche che esulano dal perimetro contrattuale nel quale si era concordato di muoversi. Legittimo farlo, importanti i temi, rispettabili tutte le persone che vi prenderanno parte, ma forse fuori fuoco rispetto al momento. Canone, mission, governance, sono tutti argomenti centrali per il futuro della Rai, ma che hanno poco a che fare con la discussione aperta attorno al contratto. Portare questi temi al tavolo significa prestare il fianco ad una trattativa che dovrà ospitare una serie di tematiche complesse e del tutto estranee al livello aziendale. E questa era una posizione maggioritaria all’interno del fronte sindacale, ovvero non politicizzare quello che politico non è. Immaginarsi poi la confusione tra i lavoratori e i sorrisi da parte dell’azienda nel leggere di un altro presidio, questa volta lato Via Pasubio nello stesso giorno ma slittato di qualche ora, indetto da una seconda organizzazione. Per evitare che si alimentino ulteriori divisioni e si acuiscano le distanze tra organizzazioni, quindi, la UilCom non parteciperà a nessun presidio. Per rispetto degli accordi presi si aspetterà lo sciopero per poi incontrare le altre organizzazioni e pianificare assemblee e confronti. Invitiamo tutti a partecipare allo sciopero ma ci dissociamo fermamente da entrambi i presidi; troppo polarizzanti ed in aperto contrasto rispetto alla direzione che dovrebbe prendere la mobilitazione.
Siglata ipotesi accordo Ccnl Artigiani Comunicazione – 20241118-Comunicato
Nella giornata del 18 novembre dopo una lunga ed estenuante trattativa è stata siglata l'ipotesi...