Nella mattina del 19 settembre si è svolto il secondo ed ultimo incontro, previsto dalle procedure di raffreddamento, tra le Segreterie Nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, unitamente alle strutture Territoriali e alle RSU, e l’azienda WindTre S.p.A. alla presenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Durante l’incontro abbiamo posto all’azienda, questa volta in una sede istituzionale, tutti i quesiti relativi allo scorporo dell’infrastruttura di rete che ancora non hanno avuto risposta: se sono stati messi in campo i processi regolatori con le relative autorizzazioni necessarie; se sono stati sottoscritti gli accordi commerciali; quando l’eventuale scorporo avverrà; come l’eventuale scorporo avverrà; quale è la ratio industriale dell’operazione.
Purtroppo anche questa volta, però, l’unica risposta che abbiamo avuto è che…non ci sono risposte! O meglio , ad oggi, in base a quanto letteralmente affermato dall’azienda, non ci sono novità da comunicare tali da giustificare, come da noi richiesto, l’apertura di un tavolo sindacale. Quindi, a metà settembre, siamo ancora fermi alle informazioni date 6 mesi fa quando il progetto di scorporo è stato presentato e l’azienda non è ancora in grado di entrare nel merito e nel dettaglio di quello che rimane, appunto, ancora un mero progetto. Ai lavoratori, però, viene ancora richiesto, con nervosa sollecitudine, di comunicare la loro adesione e la relativa rinuncia all’impugnativa entro il 30 di questo mese.
Ma come, l’azienda continua a rimanere silente anche di fronte al Ministero e i lavoratori, invece, si devono esprimere? Inoltre troviamo veramente bizzarro che l’azienda ci abbia oggi accusato di non aver fatto una proposta alternativa allo “spezzatino” da loro proposto. Ricordiamo al management di WindTre, che evidentemente è di corta memoria, il titolo del nostro comunicato del 29 marzo: “WindTre resti un’azienda unica e integrata”!”. Quello era e, quello resta, il nostro piano industriale per WindTre, insieme all’apertura del tavolo istituzionale con il MIMIT per cercare soluzioni alla crisi di settore. Per queste ragioni abbiamo chiuso, con un mancato accordo, la procedura di raffreddamento e, sin dai prossimi giorni, decideremo e comunicheremo tutte le azioni da mettere in campo rassicurando ancora una volta tutte le lavoratrici ed i lavoratori, che nessuno verrà lasciato solo.