In data 19 giugno 2024, le Segreterie Nazionali SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL congiuntamente con le RSU Tim, si sono incontrate con la direzione aziendale di TIM SPA.
Oggetto: Esame Congiunto Procedura Ex Art.47 Ramo NetCo.
L’azienda ha aperto il confronto esponendo, per voce del capo del personale, i motivi, in modo estremamente sintetico, che hanno portato all’esame congiunto per la cessione del ramo denominato NetCo.
L’azienda ha rappresentato come dal 2001 ad oggi, sulla rete siano stati elaborati diversi piani riorganizzativi che tendevano a staccare l’infrastruttura dal resto dell’azienda, ma per tutta una serie di dinamiche legate a fattori di varia natura non si sia mai realizzata, (per quello che ci riguarda l’abbiamo ritenuta una cosa sbagliata sin dalla prima ora; una azione sbagliata non diventa giusta solo perché la si ripropone nel tempo), in questa situazione durante la quale il debito aumentava negli anni ed i ricavi diminuivano, gli altri possibili tentativi di salvare l’attuale Tim sarebbero dovuti passare attraverso la ricapitalizzazione (chiedere soldi agli azionisti) o, ad esempio, la vendita di Tim Brasile; entrambe le operazioni hanno trovato nel tempo ostacoli pari o superiori a quelli della vendita della rete stessa, per cui oggi sempre secondo l’azienda non c’erano più i margini per fare altro se non che procedere speditamente in quella che il Cda di Tim ha deliberato nel 2023, ovvero la cessione del ramo denominato NetCo a FiberCop che contemporaneamente confluirà nella nuova azienda denominata Optics-Bidco.
L’operazione determinerà la creazione di due aziende separate e distinte tra di loro; la collaborazione, funzionale al mantenimento dei servizi che entrambe continueranno ad erogare sarà fissata attraverso un MSA, ovvero un contratto tra le parti che ne definisce il rapporto, i temini e le condizioni per i funzionamenti attuali e futuri ( non si ha, al momento, informazione sulla durata di questo contratto).
L’esito atteso dalla cessione, a detta sempre dell’azienda, sarà quello che, nel rispetto dei rispettivi budget di spesa preventivi, permetterà alla Tim servizi di avere meno vincoli regolatori così da potersi muovere con maggiore agilità nella competizione che dovrà affrontare con gli altri operatori, mentre per quanto riguarda l’azienda della rete, sarà il piano industriale (ancora da illustrare) a definire, come normale che sia, le linee guida per la nuova azienda.
L’incontro è proseguito con l’intervento dell’attuale responsabile di NetCo, la Dottoressa Elisabetta Romano, che ha esposto tecnicamente l’evoluzione in atto nel mondo della rete, dal decommissioning, che per effetto della tecnologia ridurrà in maniera importante il numero delle centrali di commutazione e trasmissione e di tutto lo sviluppo attualmente in corso. Su tutta questa parte molto tecnica le segreterie nazionali hanno chiesto che venga fornita quanto prima (credevamo dovesse essere già fornita durante l’incontro) una documentazione di maggior dettaglio che permetta di comprendere quanto sta avvenendo ed avverrà in merito alla separazione della rete ed agli sviluppi ad essa connessi, proprio in termini tecnici.
A seguito degli interventi aziendali sono seguite le repliche delle segreterie nazionali confederali, inserite nelle valutazioni finali del presente comunicato.
Qui di seguito, i punti attinenti alla quotidianità, per una maggiore comprensione di tutte le lavoratrici ed i lavoratori impattati dallo spostamento conseguente la cessione del ramo. Gli stessi verranno comunque esposti anche nell’allegato diffuso insieme al comunicato.
In merito al passaggio, il rapporto di lavoro prosegue senza soluzione di continuità, ciò significa che per il lavoratore non cambierà nulla su:
Contratti e modello di lavoro: Ccnl tlc, contrattazione aziendale, Lavoro Agile, orario di lavoro
Welfare e Previdenza: Cralt, Assilt, Telemaco e tutto il welfare aziendale
Sedi e servizi: le sedi di lavoro seguono il piano di separazione tra Tim e FiberCop, mense e buoni pasto mantengono il loro funzionamento ed erogazione.
Aspetti amministrativi: l’ultima busta paga Tim liquiderà tutte le competenze con eventuale conguaglio alla fine dell’anno, il Tfr non verrà liquidato e proseguirà in FiberCop.
Badge: rimarrà quello di Tim sino alla sostituzione che avverrà in una seconda fase.
Dichiarazioni dei redditi: il sostituto d’imposta sarà Tim sino al closing e diventerà FiberCop alla data dello stesso, per cui si dovrà comunicare eventualmente per le dichiarazioni dopo il closing, il nuovo codice fiscale 11459900962
Retribuzione Variabile: il PdR come da accordo del maggio 2024, verrà erogato a maggio 2025 per i ratei lavorativi in Tim, se raggiunti gli obbiettivi fissati tenendo conto dell’ ultima trimestrale utile del 2024 preclosing, relativa al gruppo Tim.
Per il 2024 sono confermate tutte le forme di incentivazione variabile.
Agevolazioni per dipendenti: rimangono inalterate, per le carte di credito sino a scadenza, mentre le scontistiche sulle agevolazioni telefoniche cambieranno solo a fronte di una richiesta di cambio profilo
Dotazioni: pc-smartphone e dotazioni tecniche proseguono senza modifiche.
Per la posta elettronica verrà fornito un nuovo indirizzo di posta che sarà: nome.cognome@fibercop.it.
Inoltre al closing terminerà la solidarietà difensiva per i lavoratori della Netco.
Tutta questa parte relativa alla gestione della quotidianità sarà seguita da un piano informativo aziendale realizzato con incontri specifici e con un manuale informativo che verrà messo a disposizione dei colleghi interessati.
Valutazioni sindacali:
Le segreterie confederali nazionali, non possono che mantenere un giudizio fortemente negativo su tutta l’operazione che oggi vede l’epilogo finale dopo tre anni di vertenza nei quali il sindacato confederale ha fatto di tutto per impedire che accadesse.
Un’operazione della quale siamo convinti non avesse bisogno il Paese e che non farà gli interessi del Paese stesso; non avrà incidenze positive dirette nemmeno nel regolare il mercato rispetto alla guerra fuori controllo delle tariffe, dove la stessa operazione Fastweb-Vodafone contribuirà molto limitatamente agli effetti sperati.
Il problema, quello vero, è relativo alla parte Consumer, che riguarderà Tim, Wind3 ed Iliad, preoccupazione legittima guardando il futuro, in quanto non si vedono all’orizzonte quei consolidamenti che potrebbero garantire una stabilità del settore nei vari segmenti di mercato.
Il capo del personale ha provato a delineare un futuro prossimo con una narrazione dai tratti marinareschi, dove da un veliero si passa a due motoscafi molto più agili e veloci.
Per quello che ci riguarda è una narrazione che non trova concreti riscontri, Tim verrà parzialmente sgravata dal debito conservandone però una parte importante per una struttura fatta da 17000 lavoratori con età media alta e scarsa base esodabile (almeno rispetto agli strumenti legislativi in campo al momento), con tutte le criticità già descritte legate al mondo della consumer, con Telecontact, la Cenerentola del Gruppo, sempre appesa a incerti scenari, per non dimenticare il segmento Business e la struttura di Enterprise, tutti ambiti che rischiano di essere insidiati dall’operazione Fastweb- Vodafone, in quanto è proprio su questi segmenti di clientela che la fusione potrebbe agire in termini di concorrenza.
L’azienda di rete che sta per nascere avrà un percorso meno periglioso di quello della Tim che rimane, ma l’età media è alta e crediamo ci sarà la necessità di ragionare a valle del piano industriale, partendo dal tema del ricambio generazionale, per poi capire come intenderanno governare la nuova azienda, con quali linee guida, perché ad oggi più delle indiscrezioni sui nomi che circolano per ricoprire gli incarichi dei vertici aziendali non c’è altro.
La stessa procedura si e svolta praticamente “in famiglia”, sono mancate molte informazioni di dettaglio anche rispetto alle dinamiche che contraddistinguono normalmente questo tipo di confronti.
Chiediamo da subito che vengano convocati i tavoli relazionali nelle due aziende separate per iniziare a riprendere i temi che interessano da vicino le lavoratrici ed i lavoratori.
Continueremo a chiedere al Governo, così come più volte ribadito, le garanzie per tutti i lavoratori coinvolti in questa scelta sbagliata. Le stesse che abbiamo chiesto a partire dagli incontri ministeriali tenutisi a febbraio, e in seguito il 26 marzo e il 12 Aprile, che hanno portato solo a complessivi impegni senza mai entrare con determinazione e risolutezza nel merito di questo delicato dossier, e che dovranno trovare prossimi momenti di confronto nei tempi più rapidi possibili.
Non è sufficiente sentirsi dire siamo più forti, ce lo siamo sentiti dire negli anni su vari argomenti ed oggi siamo qui a raccogliere i frutti più amari di un’operazione figlia di tutte le operazioni sbagliate del passato che di industriale non ha nulla ed ha tutto di finanziario.
L’incontro, dopo gli interventi delle RSU collegate e relative risposte aziendali, si è chiuso come esame congiunto di procedura concluso, senza la firma da parte delle segreterie nazionali confederali.
UILCOM NEWS N. 38/2024
📣È online il XXXVIII numero di UILCOM NEWS a cura della segreteria nazionale 3️⃣8️⃣-2️⃣0️⃣2️⃣4️⃣...