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TSD – comunicato unitario incontro 11 febbraio 2025

12 Febbraio 2025 | News, Telecomunicazione

Si è svolto nella giornata dell’11 febbraio 2025 l’incontro tra le Segreterie Nazionali, le Segreterie Territoriali, le Rsu di TSD, l’amministratore delegato di TSD, il Gruppo Nextaly ed i rappresentanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presenti all’incontro le istituzioni in rappresentanza delle regioni Lazio e Toscana.
La riunione è il frutto degli impegni presi dal Ministero con le Organizzazioni sindacali nell’incontro avuto con la delegazione in presidio sotto la sede dello stesso Ministero nel mese di gennaio, incontro al quale TSD non partecipò.
L’incontro, nella giornata in cui le Segreterie nazionali confederali hanno proclamato lo sciopero generale ed in cui i lavoratori oltre a scioperare hanno partecipato numerosi al presidio presso il Ministero, è iniziato con la sollecitazione da parte del Mimit dell’amministratore delegato di TSD perché illustrasse la situazione aziendale e quali misure intendesse porre in atto, dato che nel periodo intercorso dall’ultimo incontro le Segreterie Nazionali Confederali hanno aggiornato lo stesso Ministero sulla situazion di TSD in progressivo e veloce disgregamento, non bastasse la gravità legata ai due pagamenti non ancora oggi erogati, quali la tredicesima e lo stipendio di dicembre.
Da gennaio ad oggi si è assistito alla confisca dei mezzi, al blocco della erogazione dell’acqua in alcuni cantieri, a sfratti esecutivi in alcune sedi di lavoro, mezzi non ancora confiscati senza carburante, arrivando al paradosso che uno dei committenti si è fatto carico direttamente del pagamento del carburante in modo da potersi garantire la copertura del servizio di reperibilità da parte di lavoratori, che pure in reperibilità non venivano pagati.
Conseguenze di questa situazione anche la perdita di aree di lavoro ad appannaggio di altre imprese di rete territoriali pronte a sfruttare il contesto ed a contattare i lavoratori con offerte di lavoro poco corrispondenti alle professionalità in essere.
TSD, per mezzo dell’Amministratore delegato, senza alcuna certezza che ciò avvenga concretamente, ha dichiarato senza illustrare alcunché, come già verificatosi in passato più volte, di aver richiesto da pochi giorni l’autorizzazione per procedere ad un “piano di ricomposizione negoziata della crisi d’impresa”, e la volontà di inviare richiesta di incontro alle OO.SS. nei prossimi giorni, per attivare la cassa integrazione a 0 ore lavorate, per situazioni di crisi.
Questa intenzione aziendale tutta da verificare, starebbe all’origine di una circostanza nella quale i fornitori, alias creditori, stanno premendo perché si rispettino gli impegni economici nei loro confronti, per cui la richiesta del “piano con l’obiettivo di cercare di raffreddare le richieste dei creditori” per poter nel frattempo permettere all’azienda un’azione di rilancio industriale, arrivare al pareggio di bilancio se non addirittura a crescere, in un contesto che, a quanto dichiarato dallo stesso Amministratore delegato sta vedendo la fuoriuscita di un numero consistente di lavoratori, situazione aggravata dalla perdita di importanti commesse, vitali per la sopravvivenza dell’azienda.
Da questo ne consegue la necessità di ridimensionare l’attività in alcuni territori, tentando di mantenere l’occupazione in questa fase di presunta riorganizzazione attraverso il supporto di altre aziende esistenti sul territorio, tutto questo con il possibile ricorso alla cassa integrazione a zero ore, con i lavoratori di Tsd “temporaneamente” fermi.

Il Mimit e le OO.SS. confederali hanno messo in evidenza il fatto che ci si trovi di fronte al risultato di operazioni societarie non trasparenti, che determinano oggi uno stato dell’arte fallimentare, che non trova giustificazioni all’interno del settore Tlc in un momento in cui l’infrastrutturazione del Paese con la fibra ottica è obiettivo primario, con una importante richiesta di mano d’opera.
Siamo purtroppo in attesa che almeno una delle promesse dell’AD, dal suo insediamento, venga rispettata, sul piano di ricomposizione, sulla richiesta di ammortizzatori, sul reale pagamento degli stipendi e della tredicesima.
A questo punto le Segreterie nazionali confederali hanno chiesto con forza che venissero coinvolte tutte le parti in gioco, a partire dai committenti, che non possono considerarsi estranei a quanto sta accadendo.
E’ purtroppo evidente che l’ unica parte lesa in questa situazione sono i lavoratori privati di stipendi.
Una vicenda, questa, dove interessi di pochi hanno avuto priorità rispetto alla responsabilità sociale d’impresa nei confronti dei lavoratori e dei territori dove la stessa si trova ad operare.
La riunione si è chiusa dopo aver fissato un nuovo incontro per il 19 febbraio al quale saranno invitati a partecipare anche tutti i committenti collegati a TSD
Nel frattempo le scriventi rimangono in attesa che le parole dell’AD diventino fatti concreti, prima di tutto con il pagamento degli stipendi, poi con tutte le altre determinazioni dichiarate sulle quali, ad oggi, sospendiamo il giudizio.
Il tempo è terminato, la situazione deve avere uno sviluppo, non è possibile procrastinare ulteriormente questa situazione di stallo, con un piano industriale mai presentato, dove il lavoro è praticamente fermo ormai da mesi, dove i lavoratori non vengono pagati, e dove al contempo non si dichiara realmente uno stato di crisi con ricorso ad ammortizzatori sociali.
Questa azienda ad oggi non ha alcuna credibilità industriale, ma sembra essere solo il risultato di operazioni societarie il cui obiettivo non è sicuramente quello di contribuire all’infrastrutturazione e digitalizzazione del Paese

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