In data odierna si è svolto, presso il Mimit, il tavolo di crisi relativo alla vertenza Almaviva Contact, alla presenza dei rappresentanti del Ministero della Salute, del Ministero del Lavoro, tra leorganizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni ed i rappresentanti aziendali. Hanno partecipato anche i rappresentanti degli enti locali Regione Sicilia e Comune di Palermo ed una delegazione di parlamentari.
La riapertura del tavolo di crisi convocato, aveva l’obiettivo di fornire aggiornamenti circa l’andamento del servizio 1500 e riprendere il confronto, nel tentativo di ricercare una soluzione per le lavoratrici ed i lavoratori rimasti in forza ad Almaviva Contact.
Ad oggi Almaviva Contact non ha più alcuna attività in gestione ed al 31 di agosto conta una forza lavoro pari a 651 addetti suddivisi tra le sedi di Palermo, Catania, Rende (CS), Napoli, Roma e Milano. Di questi 428 rappresentano il bacino di lavoratori che hanno operato per il numero verde 1500 legato alla gestione dell’emergenza sanitaria Covid19.
Il Ministero della Salute ha comunicato che a breve il nuovo servizio 1500, che si occuperà di fornire informazioni e assistenza su diverse tematiche di interesse per la sanità pubblica (campagna vaccinale antifluenzale, emergenza caldo, epidemie, ecc.) ripartirà in via sperimentale e sarà lavorato da Almaviva Contact. Secondo le attuali stime questo nuovo servizio potrebbe occupare circa il 20% dei lavoratori (80/90 circa) precedentemente operanti sul numero verde aperto per l’emergenza Covid. L’obiettivo che il Ministero si pone è di stanziare le risorse specifiche per il servizio nella prossima manovra, rendendo struttale il servizio a partire dal 2024, con un impegno di spesa che potrebbe dare occupazione a circa 100 lavoratrici e lavoratori.
Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni hanno dichiarato totale insoddisfazione, considerando completamente inattesi gli impegni assunti nei precedenti incontri da parte del governo. Non solo rispetto ai numeri comunicati dal Ministero della Salute, che rappresentano un pesante ridimensionamento rispetto alle precedenti riunioni, tenuto conto che si era parlato di 200 fte, ma anche relativamente alla totale assenza di proposte per la rimanente forza lavoro. Nessun progetto di riqualificazione prospettato, alcuna moral suasion messa in campo verso committenti e aziende del settore, nessuna soluzione prospettata per oltre 550 lavoratori.
L’incontro che doveva rappresentare un momento per registrare importanti passi in avanti rispetto alla risoluzione della vertenza, ha segnato, al contrario, un preoccupante passo indietro.
Con la scadenza degli ammortizzatori sociali fissati al 31 dicembre 2023, il tempo a disposizione è sempre meno, e con gli impegni disattesi dal governo su questa complicata vertenza, il rischio che 651 lavoratrici e lavoratori, tra Sicilia, Calabria, Campania, Lazione e Lombardia, perdano il proprio posto di lavoro è sempre più crescente.
Il Mimit tenuto conto delle forti pressioni e sollecitazioni sindacali ha comunicato l’aggiornamento del tavolo entro breve, con l’obiettivo di provare a traguardare una soluzione entro i tempi utili a scongiurare un dramma occupazionale.